Come Funziona l’ algoritmo di Instagram?
Ah beh, sarà che forse stavamo impazzendo dietro gli algoritmi inventati da sedicenti stregoni per farci fare corsi per diventare i maghi dell’ Instagram e così, Adam Mosseri ha deciso di svelare alcune cose, ma andiamo per ordine e capiamo cosa ci ha detto.
La prima cosa che Adam Mosseri ha tenuto a precisare è che ci sono molte idee sbagliate in giro. L’obiettivo principale dell’ articolo di Adam Mosseri è rispondere ai quesiti elencati di seguito, che tutti noi, presto o tardi, ci siamo chiesti:
- Come fa Instagram a decidere cosa mi viene mostrato per primo?
- Perché alcuni dei miei post ottengono più visualizzazioni di altri?
- In che modo Instagram decide cosa mostrarmi in Esplora?
Mosseri ci spiega che non c’è un unico e solo algoritmo che sovrintende su tutto, ma un insieme di algoritmi e processi che insieme ci danno la possibilità di avere un’esperienza ogni volta sempre più “personalizzata”, indubbiamente tutto questo viene fatto anche per ottimizzare il nostro tempo di permanenza su Instagram.
Facciamo un piccolo viaggio indietro nel tempo: vi ricordate i cambiamenti di Instagram che sono avvenuti dal 2010 ad oggi? Ovviamente, gli algoritmi di Instagram son dovuti mutare per adattarsi ai bisogni degli utenti o come accade per le grandi aziende, introdurre modi innovativi di comunicare.
Possiamo quindi segmentare Instagram in tre gruppi di “lavoro”:
- Algoritmo Feed e delle Storie;
- Algoritmo Instagram della pagina Esplora;
- Algoritmo Instagram dei Reels;
Abbiamo cambiato il nostro modo di utilizzarlo in totale sintonia, è stato introdotto un feed che classificava i post in base a ciò che interessava di più all’ utente. Ogni parte dell’app di Instagram – Feed, Explore, Reels – ad oggi utilizza il proprio algoritmo su misura per come le persone lo usano. Ad esempio, abbiamo la possibilità di cercare la nostra amica del cuore nelle storie, ma allo stesso tempo vogliamo anche ispirazione per un dolce nuovo in Esplora. Instagram, quindi, personalizza ormai il nostro viaggio in base alle nostre necessità, con le orme che pian piano lasciamo “camminando” dentro Instagram.
Feed e storie sono tutti post recenti, condivisi da persone che seguiamo, in cui raramente possiamo anche trovare degli annunci pubblicitari in base ai nostri interessi. Instagram accoglie questi dati, tutte le informazioni che abbiamo su ciò che è stato pubblicato, le persone che hanno pubblicato quei post e le nostre preferenze. Li chiamiamo “segnali” e ce ne sono migliaia.
Si esegue un mix di informazioni come per esempio il momento di pubblicazione di un post e le conseguenti informazioni sulla persona che lo ha pubblicato.
Da questo calderone, Instagram è in grado di fare delle previsioni e proporci deicontenuti su misura in cui siamo più propensi a interagire.
Evitano anche per esempio di mostrare troppi post della stessa persona e indubbiamente questa cosa la ritengo giusta: vedere tutti i post della signora Maria che ho come amica, non è utile. Avere un feed omogeneo dove ci saranno un insieme di post di svariate persone è ideale.

Inoltre, sempre Mosseri, ci specifica un tratto davvero importante: la pubblicazione di contenuti poco consoni. Può capitare che sia pubblicato del contenuto non consono per i termini e condizioni di utilizzo di Instagram, quindi vengono messe in atto delle linee guida quindi con appositi filtri o dandoci la possibilità di segnalare il contenuto.
Ora parliamo un attimo della sezione esplora, tramite un esempio: se io metto like, commento o salvo dei post riguardanti animali, sicuramente nell’ esplora troverò maggioranza di post e storie con animali.
Per quanto riguarda i Reels, è una funzionalità chiaramente ragionata per intrattenere gli utenti e quindi potremmo trovare persone che non seguiamo. Come funziona l’algoritmo di Instagram qui? Prima seleziona una serie di Reels che potrebbero essere di nostro gradimento basandosi sul nostro modo di utilizzare Instagram e quindi i contenuti di nostro gradimento, poi le ordina in base a quanto possano essere interessanti per noi. In questo caso. “Esaminiamo le persone e chiediamo se trovano un particolare reel divertente, e impariamo dal feedback per migliorare nel capire cosa farà divertire le persone, con un occhio ai creator più piccoli“, così riferisce Mosseri.
Anche in questo caso, quindi, l’algoritmo si sforza di prevedere quali sono i contenuti che gli utenti visualizzano per intero, oppure quali sono quelli che reputano più divertenti e accattivanti. Analizzando quindi una serie di segnali affini a quelli di Feed e Stories, Instagram è in grado di elaborare quali sono i Reels più adatti ad un utente. E poi di mostrarglieli. A questo punto, non ha quasi più senso chiedersi perchè vediamo un contenuto rispetto ad un altro. La risposta di Mosseri quasi ci mette con le spalle al muro: vediamo quello che davvero vogliamo vedere. O almeno quello che lasciamo intendere che ci piaccia.
Adam Mosseri è intervenuto anche sul problema dello “shadowbanning“. Moltissimi creator si sono lamentati di vedere i propri post rimossi senza sapere davvero il perché. Adam Mosseri, ha dichiarato che la piattaforma sta cercando di assumere un comportamento più trasparente, con l’obiettivo di lanciare a breve una notifica in-App che avverta gli utenti del motivo per cui un contenuto è stato eliminato. Un ulteriore passo per garantire un’esperienza ottimale sulla piattaforma: un obiettivo che sembra essere comune a Mosseri e all’algoritmo. Ovviamente questo sarebbe un enorme passo avanti che porterebbe a comprendere magari anche le linee guida che magari a volte ci mette in difficoltà sui post che pubblichiamo.
Insomma cari amici, abbiamo fatto un enorme salto in quello che è il mondo di Instagram accompagnati da un vero esperto, non da un venditore di caramelle scadute.
Come sempre vi abbraccio fregandomene del Covid️
Larossadigitale
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