I Social sono il male?
Una domanda che dopo eventi veramente indescrivibili come l’ uccisione di un bambino di 5 anni mi sorge spontanea malgrado il mio lavoro sia davvero una passione.
Trascorrere 50 ore in Lamborghini, un auto che il gruppo di ventenni aveva deciso di noleggiare per portare a termine una di quelle sfide che li aveva portati al successo sul web. La corsa è terminata in una delle vie di Casal Palocco una zona di Roma.

Le vittima di questa Storia? Un bambino di 5 anni!
Questi fatti di cronaca ci inducono spesso a porci domande come, “Io sto cercando di avere un figlio, ma lo sto cercando per metterlo in un mondo del genere?” Un mondo dove io cerco di fare i salti mortali per proteggerlo, perchè uno dei compiti di noi genitori sia anche questo.
Ma in questa storia, quale ruolo potremmo dare a Youtube? Un ruolo cruciale! Questi ragazzi hanno continuato a filmare anche dopo l’ incidente. Una cosa fuori da ogni logica, fuori da ogni ragionamento umano. E perchè Youtube non è intervenuto? I contenuti che sono sui Social sono creati dall’ utente, ma il Social in se perchè non blocca contenuti di questo tipo?
Quante domande, andiamo a cercare di capire insieme. Se io sono possessore regolare di un arma, tutto ciò viene fatto in regola. Farò tutti i passaggi per far si che l’ arma che sarà in mio possesso sia detenuto nella legalità. Ora leghiamo questo concetto di arma in questo caso a Youtube, viene messa a disposizione di chiunque un arma e tutti possono vedere chi usa quest’ arma e il modo in cui la usa senza vigilare sulla modalità d’ uso. Ora C’è Youtube nell’ occhio del ciclone ma ci sarebbe potuto essere qualsiasi altro Social. Mi è capitato di sentire una mamma di un bimbo poco più grande della giovane vittima che ha chiesto alla mamma di volersi fare una foto con questi ragazzi che conosceva grazie all’ uso di Youtube. Questo sinceramente mi sconcerta, in quanto in questa storia secondo me ci sono delle problematiche radicate come un educazione digitale assente, nessuno che vigili sui video che vengono pubblicati, magari un ente dedicato che anche collabori con i Creator per far si che ciò che noi fruiamo sia alla portata di tutti.
No, non sto parlando di censura! Ma rendiamo i Social responsabili di quello che accade nella piattaforma, mettere a disposizione professionisti come Sociologi, psicoterapeuti che valutino il tutto. Un lavoro mastodontico? Sicuramente si! Ma mettiamo il caso Youtube avesse iniziato a bloccare i video di questi ragazzi, o avesse iniziato a non permettere la monetizzazione di video che potessero essere potenzialmente pericolosi.
In questo caso i Genitori, genitori che hanno perso un figlio, genitori che hanno considerato una ”bravata” l’ accaduto.

Con questa ultima frase concludo questo mio flusso di pensiero. Auspicandomi che sempre più genitori inizino a vigilare su ciò che i loro figli fanno, a parlare con i figli di ciò che vivono. Perchè a 20 anni non si è adulti si è giovani umani che ancora non hanno percezione di quanto le loro azioni possano ledere l’ altro.
Vi abbraccio
Larossadigitale
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