Avvocato Alessandro Vercellotti l’ Avvocatodeldigitale!
- Chi sei?
Alessandro Vercellotti, Avvocato del Digitale, classe 1984
- Geolocalizzati?
Vivo tra Lucca e Milano, città in cui ho i miei due studi. Poi per partecipare ad eventi formativi ho girato tutta l’Italia. Diciamo che la pandemia mi ha fatto perdere l’abitudine di svegliarmi la mattina e chiedermi in quale città io sia in quel giorno.
- Che cosa volevi fare da grande?
Fino a 12/13 anni l’ingegnere e non saprei neppure darti una motivazione valida, forse perché amavo disegnare anche se “la mano” era davvero pessima.
Durante l’adolescenza mi sono avvicinato al mondo del marketing ed è esploso un grande amore che porto tutt’ora avanti. Poi con il tempo il marketing si è rivolto sempre di più al digitale e io l’ho seguito anche lì.
Anche per seguire la via paterna mi sono laureato in giurisprudenza ma il pensiero fisso era sempre a quel mondo là.
- La tua bio cita “ il diritto del web è il mio mondo” ,se potessi dare una definizione di grandezza alle persone che ci stanno leggendo di questo mondo quanto sia grande come lo potresti descrivere?
Se paragoniamo il mondo a una pizza, il web nel 2000 era il pizzico di farina caduta sul piatto dalla pizza, nel 2010 era il bordo della pizza, nel 2020 è tutta la parte della pizza composta da massa, pomodoro e mozzarella. Possiamo pensare alle aziende come agli ingredienti sulla pizza, olive, salamino, carciofini, ecc. Magari questi non fanno parte direttamente del mondo del web ma per avere un senso nel piatto devono entrare in contatto con il web.
- Come sei arrivato a scegliere il ramo del web in ambito di diritto?
La vita mi ha portato a diventare a un avvocato ma nel cuore avevo sempre la rete. Ecco che a 33 anni, ho deciso di fare il grande salto: capire se questo fosse solo un amore adolescenziale o veramente potesse essere il mio futuro lavorativo.
Quindi ho interrotto la mia attività lavorativa legale per un anno, dedicandolo interamente alla formazione: un executive master in marketing, infiniti corsi su smm, advertising, growth hacking, WordPress, content marketing, e-commerce e cosi via.
Se dovevo lavorare in questo mondo, dovevo avere delle conoscenze approfondite di chi fosse il mio target e di cosa si occupasse.
- Hai fondato @legalfordigital il primo studio d’ Italia completamente rivolto al diritto digitale. Raccontaci!
Comincio la mia attività come avvocato del digitale nel 2018 e gli inizi sono promettenti sia a livello di riscontro sui social sia come eventi formativi. Anche l’attività lavorativa inizia a ingranare e comincio a collaborare con realtà imprenditoriali italiane sempre più importanti.
Il lavoro nel tempo aumenta e anche le richieste di collaborazioni con una realtà più strutturata. Le aziende, le agenzie marketing ma anche i freelance devono avere la possibilità di interagire con il loro studio legale anche il giorno in cui magari sono in un’azienda a fare formazione. Questo è il motivo per il quale l’avvocato che lavora da solo non è sufficientemente appetibile come partner commerciale. Poi per quanto mi riguarda lo studio legale strutturato permette di scalare anche a livello di numero e fatturato.
Ecco che a metà 2019 nasce Legal for Digital, il primo studio legale completamente verticalizzato al mondo del digitale. Noi offriamo solo 5 servizi e cerchiamo di farlo al nostro meglio: contratti, privacy, ecommerce, marchi e concorsi.
- Hai scritto l’ unico libro in Italia sui Contest e Concorsi a premi per @darioflaccovioeditore. Ma quindi in questo libro parli anche dei famosi Giveaway? Ci puoi dare qualche informazione in più?
Già all’inizio della mia carriera professionale ho visto che in relazioni ai contest c’era un’enorme mancanza di informazioni e spesso anche disinformazione. Ecco che con la mia collega di studio l’avvocato Brunella Martino abbiamo pensato di fare qualcosa di nuovo: un libro finalmente chiaro e accessibile su come organizzare concorsi a premi senza rischiare multe.
- Il tuo profilo già con quello che condividi potrebbe essere una piccola bibbia perché fornisci molti spunti di riflessione. Qualcuno è ancora convinto che ci si possa affidare al “cuggino”?
Ahimè non è facile cambiare la mentalità delle persone e tanti ancora pensano che meno costa meglio è, perché spesso il “cuggino” offre anche servizi a prezzi pazzeschi. Diciamo che il vento sta cambiando e anche a furia di “ottimi risultati” dei “cuggini” le aziende e gli imprenditori stanno capendo che la qualità ha un costo che si ripaga ampiamente.
- Quanti disagi hai visto procurati dai “cuggini”?
Tanti, tanti, troppi! Il fatto è che più vado avanti e più mi capitano clienti che vogliono agire contro il freelance o l’agency che ha fatto danni difficilmente riparabili al loro brand e gli ha fatto spesso sprecare budget in attività inutili. Anche i clienti stanno capendo che si può avere giustizia e quindi, secondo me, e per fortuna, il tempo del “cuggino” sta scadendo.
- Ogni lavoro ha il suo “cuggino” di riferimento, cosa vogliamo dire al tuo per farlo desistere di fare siti non a norma di legge magari?
Nel mio caso ci sono legali che dall’oggi al domani diventano esperti di diritto del web quando fino al giorno prima si occupavano di diritto della navigazione o diritto amministrativo.
Probabilmente sono io che ho sprecato tempo nei corsi legali che ho fatto per diventare Dpo, privacy manager, oppure nei vari corsi in legal tech.
- Il momento storico ha reso il web un mondo ancora più popolato nell’ ultimo periodo, negli ultimi mesi il tuo lavoro è evoluto? Peggiorato? Migliorato?
Devo dire che il Covid ha accelerato molto il processo di digitalizzazione italiano ma dal mio punto di vista, in tanti hanno subito questo cambiamento senza capirlo. Andare online perché tutti vanno online non è la risposta. Manca la formazione, la comprensione di cosa voglia dire lavorare nella rete. Per questi motivi vedo il mondo del web peggiorato.
- Hai avuto modo di salire anche in cattedra per diverse situazioni, ti è piaciuta come esperienza?
Assolutamente si, adoro la formazione, soprattutto quella pratica. Ecco che mi piace tantissimo partire da case study per comprendere in concreto il fondamento di una norma piuttosto che partire dal dato normativo spesso sterile e datato.
In ogni caso le esperienze più belle sono state quelle in Università con ragazzi al primo anno di scienze della comunicazione. Una prova davvero sfidante per te, sia perché ragazzi molto giovani con una conoscenza solo parziale del nostro mondo del web, sia perché a digiuno di diritto ma con una fame di sapere pazzesca.
- Come ti vede tra 5 anni?
Il mio sogno è uno studio legale che cresca sempre di più con eccellenze legali al suo interno. Io vorrei dedicarmi sempre di più alla parte di organizzazione dei progetti dei clienti dal punto di vista legale e alla formazione. Non nego che mi piacerebbe tenere un corso universitario sul diritto del web.
- Progetti dei quali ci vuoi parlare o dei quali ci vuoi dare magari qualche spoiler del 2021?
Nel 2021 ci sarà una naturale evoluzione del mio studio legale, siamo cresciuti del 110% nel 2020 e vogliamo confermarci quest’anno.
La formazione è un ramo che sta crescendo sempre di più perché i marketer e le aziende hanno bisogno di conoscere le tematiche legale in modo diverso. La legge deve diventare lo strumento da padroneggiare per performare al meglio e non più per limitare il proprio business.
Ho un paio di assi nella manica per quest’anno ma per ora bocche cucite.
- L’ aneddoto più buffo se puoi raccontarcelo che ti è accaduto nella tua vita lavorativa?
Capita spesso il cliente che ti chiede la revisione del suo contratto o dei termini e condizioni di vendita del suo e-commerce. Conoscendo i nostri “polli”, ora l’assistente chiede sempre prima di visionare i documenti per capire se veramente si tratta di una revisione oppure il documento va riscritto praticamente da zero.
Ci è capitato questo prospect che ci ha chiesto un preventivo per la revisione dei termini e condizioni di vendita del suo shop online che sarebbe andato online a breve. Già ci è sembrato strano che avesse un documento da revisionare anche se il sito non era ancora online e in realtà non era neppure così mal scritto anche se mancava di tutta una serie di servizi.
Procedo quindi con la consueta call per spiegare il nostro processo lavorativo e chiedo come mai avesse già provveduto a far redigere un documento legale prima che il sito fosse online e perché volesse da noi e non dallo studio che aveva redatto il documento una revisione e aggiornamento dello stesso.
La risposta è stata lapidaria: “ma quale avvocato, voi siete i primi a cui mi rivolgo, io i termini e condizioni di vendita li ho copiati dal mio competitor e così risparmio”.
Evito ogni giudizio, vi lascio con il dato che costui non è diventato cliente di Legal for Digital.
Alessandro dove lo potete trovare?
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