Un patentino digitale per genitori

La competenza digitale deve essere comune

Cari genitori, e se ci fosse un corso dove vi viene spiegato come approcciare ai mondo Social?

Sarebbe Davvero un opportunità innovativa che vi permette di navigare e supportare in modo consapevole i vostri figli.

In primo luogo mi verrebbe da chiedervi, “Se vostro figlio tutti i giorni va a giocare al bar sotto casa, voi vi domandate chi c’è in quel bar? Con che persone si intrattiene?”
Sicuramente anche se vostro figlio è molto piccolo questa domanda risulterà sempre molto utile.
Guidarlo all’utilizzo dei dispositivi digitali sarebbe un passo assolutamente fondamentale.

Partirei analizzando delle notizie alle quali i Social sono legati in modo indissolubile.

Molly 14 anni, si è uccisa. 2100 post in 6 mesi che tra Facebook e Pinterest che sono arrivati a lei e parlavano di Suicidio.

Analizzando questa notizia vengono alla nostra attenzione degli elementi:
✔️ Una ragazza di 14 anni che ha perso la vita: questa ragazza ha deciso di toglierti la vita, trasportata da ciò che viene pubblicato sui Social. Ha navigato per svariato tempo in una via buia, senza il supporto di nessun adulto.
✔️ Dei genitori: addolorati dalla perdita di un figlio. Cosa che non dovrebbe mai accadere, un genitore che sopravvive ad un figlio.
✔️ I Social che come sempre vengono additati come il demonio! Ma i Social sono una piazza dove si possono incontrare persone /situazioni differenti come accade nella vita reale.

Quando lo stato supporta i genitori

Keep it real online- una campagna della nuova Zelanda dove, i personaggi che i figli incontrano online iniziano a bussare alla porta di casa.
Ovviamente i personaggi sono i più disparati, bulli, pornoattori, e chi più ne ha più ne metta.

Questa campagna mette i genitori di fronte ad una realtà che molto spesso ignorano, mettendo in risalto l’importanza di un educazione online e offline dei ragazz*. Cercando di rendere i genitori sempre consapevoli di fronte a quello che spesso ignorano volontariamente o involontariamente.

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Ovviamente, penso anche che andare avanti a demonizzare i Social sotto ogni forma porta indubbiamente i ragazzi a voler così tanto usare “il frutto proibito” che falsificheranno magari anche la loro età per accedervi. Approdando così sui Social avendo età ancora più inferiori da quelle che dovrebbero avere e quindi non riuscendo realmente a comprendere le potenzialità di cosa hanno in mano.

Quindi perché non avvicinarsi già quando si hanno bambini molto piccoli a temi come, l’identità digitale? Oppure l’ elaborazione di contenuti che si vedono sui social.

Un abbraccio

Larossadigitale

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