Associazione Demetra ❤️🔥❤️

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Alcune foto delle loro attività
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Nella ricorrenza del nostro 6° compleanno, ci fa piacere condividere la nostra storia, chi siamo e cosa facciamo ogni giorno a sostegno delle donne del nostro territorio.
L’Associazione Demetra nasce il 25 novembre del 2013 come centro di ascolto psicologico ad alta sostenibilità, ossia con contributi per i servizi offerti accessibili a tutti, anche alle famiglie con basso reddito.
Il primo progetto lanciato sul territorio è il “Centro di ascolto per donne in difficoltà e per vittime di violenza, maltrattamenti e abusi” che dal 25 novembre 2016 è stato dedicato alla concittadina Sandra Agostinelli morta nel 2014 per mano dell’ex marito.
Il Centro Donne si offre come uno spazio informale ma professionale di ascolto e aiuto per tutte le donne che attraversano un momento difficile della loro vita: pazienti oncologiche, donne che subiscono lutti importanti, donne in condizioni di povertà ed emarginazione, donne che affrontano gravidanze difficili o neo mamme che devono adattarsi al loro nuovo ruolo, donne alle prese con figli problematici e, soprattutto, donne che vivono situazioni di violenza fisica, psicologica e/o economica da parte del loro compagno. Dall’apertura ad oggi il Centro ha aiutato 142 donne di cui 85 vittime di violenze, oltre a 7 adolescenti di sesso sia femminile che maschile (famiglie violente e/o bullismo) e 5 uomini vittime a loro volta di qualche forma di violenza e di stalking!
Come riconoscere una situazione di violenza domestica e non?
Mentre è più semplice individuare la violenza fisica e sessuale, anche se spesso nelle battaglie processuali perfino questi parametri vengono purtroppo messi in discussione, è più complicato individuare le altre forme di violenze perché si mascherano per manifestazioni “eccessive” di amore. Quando si parla di violenza, il parametro di valutazione è sempre la sofferenza della vittima: che si parli di bullismo, di stalking, di violenza psicologica o della stessa violenza sessuale per individuare la violenza bisogna concentrarsi sulla sofferenza che i comportamenti dell’altro comportano sulla persona.
Infatti se prendere a pugni una persona o violentarla è facilmente individuabile come comportamento violento perché causa delle lesioni, più o meno importanti, sull’altro, umiliarla, deriderla, “segregarla” all’interno delle mura domestiche, isolarla sono ancora reputati dalla maggior parte delle persone comportamenti non propriamente violenti: “si comporta così perché mi ama e mi vuole proteggere”, “la colpa è la mia perché non sono in grado di…”, “Lui non è cattivo, è fatto così… Ha avuto una brutta storia!”, “non voleva ferirti/mi, stava solo scherzando…” sono le frasi che più spesso si sentono riferire quando si parla di autori di violenza sia da parte della vittima che da parte di chi le sta vicino. E spesso la sofferenza della vittima viene interpretata come una sua esagerazione, una sua incapacità di percepire “l’assenza di volontà” da parte dell’autore di ferire la persona.
In realtà la sofferenza psicologica è un fattore strettamente individuale e perpetrare comportamenti che possano causarne in qualcuno è violenza; così come la limitazione della libertà individuale per gelosia o per un sentimento di possesso nei confronti dell’altro: impedire di uscire da sola, non lasciare denaro a disposizione, limitare i contatti con parenti e amici non sono segno di amore folle ma di un sentimento di possesso e di sottomissione quindi di violenza!
Una persona che conosco subisce violenza, che faccio?
E’ importante in questi casi chiedere consigli a chi se ne intende e non agire di propria iniziativa: affrontare direttamente la vittima può comportare un suo allontanamento o, peggio ancora, la condivisione delle vostre osservazioni con il compagno violento che potrebbe aggredire anche voi. L’ideale è quindi rivolgersi ad un centro anti violenza e chiedere consiglio, eventualmente cercare di convincere la conoscente a fare riferimento a questo ma senza essere troppo espliciti, magari dicendo che sarebbe opportuno capire se quei comportamenti sono comportamenti violenti o meno.
Spesso la vittima si rifiuterà di dare ascolto a chi cerca di renderla consapevole dei suoi problemi e questo genera frustrazione in chi vuole aiutarla e la volontà di fare qualcosa a tutti i costi!
Purtroppo però se la persona che subisce violenza non riconosce il problema e non decide di cambiarla, nessuno può farlo al posto suo!!!
Sono una donna vittima di violenza ma ho dei figli minori: me li toglieranno?
Troppo spesso le donne giungono al nostro Centro quando i figli sono prossimi alla maggiore età, questo perché persiste ancora il pregiudizio che i servizi sociali abbiano come unico obiettivo quello di togliere i figli alle famiglie! Assolutamente non è così, compito dei servizi sociali è tutelare il minore verificando che viva in un ambiente adeguato e sostenere il nucleo familiare affinché lo diventi. Nel caso delle donne vittime di violenza, i servizi sociali sono gli unici che possono effettuare gli invii nelle strutture di accoglienza per donne vittime e il loro compito consiste nel verificare la situazione di violenza e poi assistere la donna in tutto il percorso di uscita dal circuito, sostenendola nella ricerca di un alloggio, di un lavoro, sostenendola per il possibile nelle spese, affiancati dai Centri antiviolenza per tutto quanto riguarda l’assistenza psicologica e legale.
Come lavora il Centro donne dell’Associazione Demetra?
L’obiettivo primario che ci prefiggiamo è quello di accogliere le donne e farle sentire a loro agio dando la possibilità, alle vittime di violenza, di accedere inizialmente in forma anonima. Si cerca di lasciare alla donna il tempo per acquisire la fiducia necessaria ad aprirsi e condividere la sua storia con l’operatrice, che presso il nostro centro è rigorosamente una Psicologa regolarmente iscritta all’Albo. Successivamente si cerca di comprendere la reale richiesta dell’utente e di trovare con lei la soluzione migliore, che varia naturalmente di caso in caso.
Alle donne viene offerta la possibilità di avere un supporto psicologico finalizzato alla presa di coscienza del proprio problema e al rafforzamento della persona per affrontare il percorso di uscita, l’opportunità di ricevere assistenza legale con un’avvocatessa iscritta al regime di gratuito patrocinio, la possibilità di essere sostenuta materialmente grazie alla rete di collaborazione con altre associazioni ed Enti del territorio.
Quello che offriamo a tutte le donne che ne sentono la necessità è uno spazio informale ma professionale di accoglienza ed ascolto attivo dove trovare sostegno in momenti difficili della propria vita.

Se ti riconosci in queste parole, se hai anche solo il dubbio e vorresti parlarne con qualcuno, chiamaci: 3318799120 – 3773605704. Troverai un’equipe di psicologhe pronte ad accoglierti ed ascoltarti.
Dott.ssa Orietta Barbaliscia Dott.ssa Debora Mori
Dott.ssa Federica Bensi Dott.ssa Ester Loreto

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